sabato 5 gennaio 2008

Foto serata sull'Enza, 14 luglio 2007

Inserisco, proseguendo nella sperimentazione e cercando di abbellire il blog, le foto della famosa e bellissima serata sull'Enza di quest'estate!
Per chi non ricordasse, la sera in cui abbiamo pensato al regalo di laurea per il dott. Farioli...!
La Compagnia Sabotatori Cane Azzurro non si era ancora creata, però compaiono già alcuni valorosi quanto rudi omuncoli che a breve si uniranno nello storico reparto scelto d'assalto reggiano!

venerdì 4 gennaio 2008

Periodo di agguati

Periodo di novità, combattive ed importanti.
Ché mentre io scorro lieve i giorni, assopito nel tepore dell'ufficio mio, coccolato dalla sublime vista di un'incantevole, e dalla provocante sensualità della compagna, un prode mi ricorda la vocazione: combattere.
Quel prode è mio padre.
Già, ma che combatte?
I gerarchi! Spiego meglio.
Mesi addietro oramai arrivò dal Comune ai commercianti del Mercato Coperto un sollecito di sgombero: a dicembre dovranno levare banchi ed orpelli, lasciando ricordi e passione alle spalle. Già, ma dove andare? Questo non dissero.Il Comune si riprende il suo Mercato, riabbraccia quel prodigo figliuolo da tanto moribondo, ma che le pie Cooperative ristabiliranno, amichevoli missionarie, riconciliandolo col padre tramite un progetto commerciale.
E stride davvero vedere tanta passione, tanto affetto e rispetto per un masso di calce e mattoni, e pure contro tanto disprezzo ed indifferenza per coloro che agli occhi dell'Amministrazione persone nacquero, merce divennero.
Via soltanto; andatevene, pacchi mai reclamati, parassiti, commercianti! Dove, vedete voi.
Tale comunale incuria verso i suoi propri cittadini, onesti lavoratori, d'altronde come tanti, colpì.
Nacque rapido un lieve fuoco, una prima protesta popolare, sedata da un fiume di novelle promessuole.
Naturalmente, ché questa oramai è la politica, disattese a breve, abbandonate, abortite svelte.

Grande e coraggiosa l'affermazione dei lavoratori: ristrutturare, bene, siam con voi, però offriteci un riparo.
Date, voi che gestite città ed oltre, un qualunque sostitutivo posto per commerciare, per unirci ancora una volta insieme, assieme, in un mercato di persone e gente.
L'offerta fu: 7000 euro in due anni.
Oppure, a scelta, un negozietto isolato, ognuno per conto suo, ai margini della città.

Quasi un: "Via, lebbrosi, ai margini del Regno!".

Ora rimane solo la battaglia: onesta, giuridica, passionale.
E da una parte i burocrati: assisi sui troni freddi, per chiunque ormai irraggiungibili del palazzo; assorti nei problemi loro, non della gente che sciocca votò.
Perché mi sembra chiara ora l'unica soluzione alla barbarie, alla devastazione a colpi di leggi e decreti che codesto rango di masnada, inetto, politico, provoca ad ogni mossa: lasciarli.
Basta votare! Bisogna smettere di ascoltare queste da noi ben remunerate sirene, bisogna che smettano di cantare il loro rantolo da moribondi.
Continuare certo possono, ma che almeno sloggino dai nostri palazzi.
Loro, gente incomune, assoluta, padroni! nulla hanno a che fare con me e con te, con noi, con la città.

L'inno degli Arditi

Da qualche tempo, dopo le ormai antiche gesta della Compagnia Cane Azzurro, mi sono appassionato di canti militari.
E di certo pure la quotidiana frequentazione al lavoro di una donna di indubbio valore, sovietica, ava dell'esemplare nostro Ivan, non poté che spingermi verso un nazionalismo sempre più accentuato, certamente con spiccati accenti romantici, ma pure vibranti sfumature militari.
Ecco allora uno degli inni più emozionanti; è il canto della compagnia "Arditi".

"SUI MONTI E SUI MAR"
Sui monti e sui mar
per le strade del ciel
lanciamo in alto la sfida ideal.
Lungo sarà il cammino
ma con coraggio e con ardor
scagliamo i nostri cuori
nella battaglia ancor.
La pioggia ci bagna
ci arde alto il sol.
D'inverno il gelo
ci morde aspro il cuor.
Ma saldi nel periglio
"vitam pro patriam exponimus"
e la divisa nostra è insegna del valor.
In aspri cimenti
le forze noi tempriam.
Tra i rischi mortali
la nostra via seguiam.
In faccia al mondo vile
splende la sfida del valor
avanti o paraca
avanti avanti ancor.

Ricordo con affetto ed entusiasmo che, appena un fresco vello nevoso s'adagerà sull'amato Cusna, dovremo accorrere rapidi alle racchette, pronti ad incidere su giaccio e pietra nuove imprese!

Da dove nasce il nostro nome

Qualcuno di voi si chiederà: ma da dove il nostro epico nome!
Compagnia Sabotatori "Cane Azzurro" è certamente appellativo che ispira grande rispetto, e spinge la mente verso guerre meschine.
Ebbene i Sabotatori altro non erano che un reparto scelto di incursori incaricati di tagliare i rifornimenti ai nemici, interrompere le vie ed i mezzi di comunicazione, assalire fugacemente le truppe nemiche, spesso in sottonumero.
In particolare la Compagnia Sabotatori "Cane Azzurro", comandata dal valoroso Capitano Ivan, agì sui monti del nostro appennino durante la seconda guerra mondiale, passando ogni giorno di battaglia all'addiaccio nel bosco o come miglior sistemazione in una capanna di legno situata dopo Leguigno, proprio sulla strada per salire al Monte Cusna.
Dalla forza eroica di tale compagnia e dai puri valori che guidarono quei prodi, noi, minuscoli emuli delle riecheggianti loro imprese, tentiamo di sabotare la nostra stessa comoda vita, assalendo la natura con un violento impeto d'amore, e cercando di congiungerci alla serenità che accompagna, sempre, il giusto.

Novelli exploratores

Inauguro il mio personalissimo blog (sono incapace, quindi perdonatemi) parlando di una grande, recentissima impresa, che però non posso definire soltanto "mia".
Troppo importante infatti fu la presenza di un eroico manipolo di coraggiosi che, memori delle epiche imprese romane, sfidarono le mappe dell'Appennino Reggiano, facendosi beffe dell'ammonimento "Hic sunt lupi aprique".Prendemmo nottetempo il Passone!
Hemretio "Giga" Caucasicus, forte come un bufalo, spaccò la roccia a mani nude, aprendo il varco per la scalata; Nicolaeus "Magister musei guardianus" Sillicus approntò la sicurezza del gruppo, scacciando le feroci belve del bosco ed imbonendole col solo sguardo; Biberto "Utilitatis Exeplum" Servitor fu guida esperta e fiduciosa della combricola, quand'anche essa dubitasse delle facoltà a sé medesima proprie; Boccorum Stultus "Grossus sum" Cavillosus permeava astati, cavalieri e legionari vari di serenità, essendo egli completamente avulso dal mondo conosciuto; Federicus "Scautii dux" Curnibus dominava valli e vette come falco, concependo anzitempo i pericoli e dialogando con la natura come la macina col grano.
Infine io, David "Capilli pauper" Animosus.
Partimmo dalla valle timorosi e rispettosi nei confronti di una natura selvaggia, schiva e nascosta dalle nubi; giungemmo in vetta tra il giubilo del vento, con Luna a tracciare solidale la via, e la fioca luce del Battisti che già prennunciava la baldanza! Patimmo freddo e sete, fatica pure, ma fedeli apostoli della Compagnia Sabotatori Cane Azzurro, come quegli stessi eroi che scolpirono le menti nostre con le loro gesta leggendarie partigiane, non potemmo che riuscire!
Giunsero poi al riparo del rifugio indigeni delle lande montane, abitanti delle vette, falchi antropomorfi: e con loro facemmo festa fino a tarda sera.
Al mattino ristorammo membra e mente sulla riva d'un laghetto, mentre Cielo schiudeva il suo limpido tesoro dalle nubi.
Poi la compagine, emula della neve sulle cime, cullata da cotanto tepore ed affetto, sciolse: io fui tra i primi a rientrare.
Il sentiero fu strano, ma quindi ancor migliore: non perdemmo d'animo ed, aperte selve e visitati spazi nuovi, giungemmo alla vettura.
Davvero una magnifica giornata!!!